Bruxismo: cos'è, cause e rimedi

Il bruxismo è quella malattia per cui chi ne soffre contrae involontariamente la muscolatura boccale, e tende a produrre una smorfia simile ad un ghigno. Il fenomeno di solito si manifesta di notte, ma può capitare anche nelle ore diurne, contribuendo al disfacimento sia delle gengive che delle ossa (sia denti che mascella). La muscolatura masticatoria è dunque molto difficoltosa e spesso affaticata dal dolore; i denti si usurano e compaiono alcune carie. Se soffri di questa patologia e ti trovi a dover scegliere un dentista specializzato in bruxismo, hai varie possibilità. In questo articolo ci concentreremo sulla descrizione sistematica del bruxismo, ma se vuoi approfondire il panorama dentistico in Italia e all’estero, ti consigliamo questo sito di
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Bruxismo: le cause e la sintomatologia

Il bruxismo affligge dal cinque al venti percento della popolazione: un numero che, se ci pensiamo attentamente, è abbastanza elevato, forse più di quanto non ci si aspetti. Questa patologia è una vera e propria anomalia del sistema muscolatorio della mascella, che viene contratta in maniera anomala e persistente. Questa anomalia comportamentale conduce spesso a sfregare i denti superiori con quelli di sotto: ecco che, se il bruxismo persiste, può condurre ad un deterioramento dei denti. Le cause del bruxismo non sono ad oggi del tutto conosciute. Il continuo digrignare i denti viene pertanto definito una ‘parafunzione’. Spesso si assiste ad una compenetrazione di cause, tra cui due importanti fattori fanno da padroni: genetica e ambiente.
La componente ambientale non deve essere sottovalutata: spesso infatti si ritiene che lo stress e l’ansia possono di solito causare il bruxismo. Soprattutto considerando che il fenomeno avviene durante il sonno, dobbiamo pensare che stati psicologici inconsciamente disturbanti possono se non direttamente causarlo, incentivare e peggiorare il fenomeno. È stato inoltre dimostrato che disturbi concorrenti di natura psicomotoria o neurodegenerativa hanno un ruolo causale accertato. Gli studi dimostrano inoltre che il consumo di sostanze stupefacenti, tra cui alcolici, caffeina e droghe, può avere un impatto negativo sul fenomeno e talora anche esserne l’origine.

Tra i sintomi più facilmente evidenziabili del bruxismo avremo sicuramente una grave usura delle arcate dentali, accompagnate da eventuali lesioni e scheggiamenti. Il dolore persistente è dovuto proprio a queste primarie cause, e può essere alleviato con antidolorifici.

Bruxismo: come prevenirlo e quali terapie possibili?

Di norma, il bruxismo deve essere trattato con una primaria diagnosi ad opera di uno specialista, come un dentista. Le tecniche utilizzate per la diagnosi sono di solito una radiografia che faccia ortopanoramica, e anche una polissonografia per verificarne il grado effettivo durante la notte e il suo effetto sul sonno. Il dentista potrà dunque procedere, a seguito di diagnosi di bruxismo, con l’inserimento di un bite, ovvero un paradenti specifico da indossare durante la notte, che funziona in modo da evitare lo sfregamento dei denti a riposo. Per contattare un ottimo dentista all’estero esperto in bruxismo (e conoscere i vantaggi di un trattamento odontoiatrico fuori dall’Italia), vi consigliamo di cliccare sul link disponibile nell’introduzione.

Per prevenire il bruxismo, e talora anche per curarlo, sono stati e continuano ad essere implementati determinati trattamenti psicoterapeutici che prevedono rilassamento e gestione di ansia o stress. Questi fattori infatti non vanno sottovalutati per la degenerazione della patologia: spesso sono proprio ansia e stress a contribuire alla contrazione mascellare notturna, nonché al peggioramento di una già presente e innata predisposizione genetica alla malattia. I farmaci di per sé sono invece poco efficaci contro il bruxismo, ma possono essere impiegati per alleviare il dolore quando è troppo persistente. A volte, poi, può accadere che gli stessi farmaci neurologici (come la categoria dei neurolettici) abbiano una responsabilità nella generazione del bruxismo: in tal caso spetta al neurologo di riferimento riformulare le dosi oppure cambiare trattamento.