I timelapse sono video molto utili nel campo dell’edilizia per diversi motivi: il girato continuo permette il monitoraggio cantieri; le aziende li utilizzano come innovativo strumento di marketing da mostrare ai loro clienti o potenziali tali; in un periodo nel quale si verificano ancora molti incidenti sul lavoro, permettono di verificare che chiunque opera sul cantiere, lo faccia sempre in piena sicurezza. Oltre a questi vantaggi, è necessario tenere presente anche un aspetto molto importante: i timelapse dei cantieri registrano tutto quello che accade e quindi anche le maestranze e i veicoli e le persone che transitano nei dintorni. Questo può generare un problema di privacy, che si può risolvere anche grazie all’intelligenza artificiale.

Timelapse cantieri: la normativa sulla riservatezza

Per quanto riguarda la “situazione privacy” dei timelapse dei cantieri, l’articolo 4 della legge 300/1970 dello Statuto dei Lavoratori vieta espressamente che vengano usati strumenti audiovisivi per controllare operai e dipendenti che lavorano nei siti. Visto però il crescente utilizzo di questi strumenti, la norma è stata parzialmente modificata, aprendosi all’utilizzo di videocamere che abbiano almeno uno dei seguenti scopi: tutelare l’ambiente, verificare la sicurezza dei lavoratori e coadiuvare in talune esigenze produttive. Ne consegue che anche i timelapse dei cantieri possono ricadere in questa casistica, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei lavoratori e la possibilità di usare il girato editato per esigenze promozionali. Montare un impianto audiovisivo in un cantiere non costituisce dunque una violazione della legge sulla privacy, a patto che non abbia lo scopo di controllare chi ci lavora. Per essere sicuri di non incorrere in alcuna multa, è comunque sempre consigliabile rivolgersi all’ispettorato del Lavoro per far presente come si procederà, dichiarando quindi l’utilizzo di videocamere ed eventuali droni. Una mossa, questa, che aiuta a mettersi dalla parte della ragione, soprattutto dopo la circolare dell’Ispettorato del Lavoro del 19/2/2018, nella quale viene esplicitamente sottolineato proprio questo: il sistema audiovisivo non può e non vede servire da Grande Fratello per le maestranze. In definitiva, le riprese si possono dunque fare e non violano la privacy dei lavoratori se vengono utilizzate per aumentare la sicurezza dei cantieri, per tutelare il patrimonio ambientale e per esigenze particolari.

Time lapse cantieri: cosa può fare l’intelligenza artificiale per la privacy

Ormai si parla ovunque di IA (Intelligenza Artificiale) e il suo raggio d’azione è così vasto da comprendere anche i timelapse dei cantieri. Infatti, i nuovi sistemi audiovisivi, utilizzati per la realizzazione dei time lapse, sfruttano tecnologie oggi all’ordine del giorno, come quelle delle quali si avvalgono i sistemi di videosorveglianza e quelli di riconoscimento facciale (che è presente ormai anche sui più comuni smartphone). Grazie alla selettività delle riprese, l’intelligenza artificiale è in grado di riconoscere e isolare volti e targhe, cioè tutti i dati e gli elementi più sensibili, per oscurarli automaticamente, in modo che siano irriconoscibili per l’occhio umano. Attraverso un software dedicato e dei plugin studiati proprio per attenuare alcuni elementi, il risultato è assicurato. Per concludere, c’è un’altra tutela in merito alla questione dei dati personali: si tratta della legge del Garante dell’8/4/2010. Scorrendola, si scopre che, al comma 4.5, si ammette esplicitamente l’uso di videocamere online, ribandendo che questo deve accadere solo per riprese a fini promozionali e che mai debbano essere mostrati i volti di chi viene ripreso. In ogni caso, bisogna tenere sempre presente che i timelapse dei cantieri lavorano sul lungo periodo e, comprimendo e facendo scorrere a velocità elevata i frame, il girato è molto rapido e i particolari come i volti o le targhe delle auto tendono a perdersi facilmente, perché tutta l’attenzione è sempre rivolta alla costruzione dell’edificio. Leggi anche l’articolo: Disturbi temporo mandibolari: cosa sono e come trattarli